Chi non ha mai avuto vent’anni? Approssimativamente tutti
quelli che non ne hanno più di diciannove, direi. Comunque tutti gli altri si
ricorderanno di quell’età fantastica, dell’entusiasmo, della voglia di vivere,
degli amori assoluti sbocciati in una spiaggia brulicante o nell’oscurità di
una discoteca e magari già esauriti il giorno seguente. E, siccome il livello
degli ormoni era generalmente superiore a quello dei guadagni, bisognava
accontentarsi, quale alcova “nuziale”, della propria sgangherata auto (nel
migliore dei casi) o di quella dei genitori (nella maggioranza dei casi) o del
motorino (per gli sfigati, i funamboli o gli amanti del complicato).
Dopo aver tanto penato per un sospirato segno di assenso, il
problema a questo punto era la scelta del “locus copulationis”, anche perché la
“principessa” (che magari te la dava la prima sera senza neanche sapere chi
eri) non poteva certo essere “sbattuta” a lato di una strada come una qualsiasi
prostituta. Allora il problema era il seguente: cercare un posto non troppo
lontano (non si sa mai ci ripensasse), non troppo trafficato, non troppo
isolato, non troppo squallido. E non era un problema da poco. Non infrequenti
erano infatti i casi di “coitus interruptus” dovuti al sopraggiungere di auto
moleste di buontemponi non-trombanti o di forze dell’ordine controllanti,
oppure alla comparsa di un faccione guardone spiccicato al parabrezza
appannato. Trovare posti sperduti e inaccessibili anche a buontemponi e
guardoni non sempre risultava una scelta vincente: boscaglie vergini e
impenetrabili tipicamente generavano scompensi e paure nella tenera mente della
fanciulla. E altrettanto tipicamente al centoventiduesimo “cosa è stato questo
rumore?” risultava quantomeno difficile anche per un cultore della fisica permanere
nello stato di eccitazione rettilinea uniforme, in pieno accordo con il primo
principio della dinamica. I luoghi generalmente più tranquilli erano spesso le
discariche abusive; per carità, il genere può piacere o non piacere (io ad
esempio le trovavo molto naif) ma non si può negare che tra frigoriferi e
lavatrici rotte l’automobile “flinstoniana” si trovava a suo perfetto agio.
Altri luoghi da non sottovalutare erano quelle piazzole nelle quali pareva ci
si desse appuntamento con una quindicina di altre utilitarie e ci si disponeva
fianco a fianco in una preciso incastro geometrico; lì ti sentivi al sicuro,
c’era tanta gente che condivideva con te paure ed emozioni e, si sa, l’unione
fa la forza. Ma c’era sempre quella vocina: “ma dove mi hai portato, al
drive-in?”
Fu allora che mi venne quell’idea: creare in luogo
tranquillo, panoramico, collinare una sorta di ritrovo “copulandi causa”.
Ingresso a gettone, si apre la sbarra, si ritira un simpatico copri-targa, si
sceglie una piazzola libera, tutta cinta da profumate piante di lauro, dotata
di contenitore per la raccolta dei rifiuti organici e non, con la vista che
spazia sulla notte stellata per perdersi fino al mare. Poi distributori
automatici di bevande, di panna spray, di gadget a tema, di prodotti
smacchianti per i sedili dell’auto di papà. Il tutto controllato dalla presenza
discreta di un fidato custode eunuco: non pericoli, non sporcizia, non
squallore. Al termine dei tuoi 3 minuti di gloria, ti fumavi la tua sigaretta,
appallottolavi e riponevi nell’apposito contenitore l’ammasso di fazzolettini
profumati con essenza di mentolo, ti dirigevi verso l’uscita, riponevi il copri
targa nelle feritoie a tale scopo deputate, si alzava la sbarra e via,
sfrecciavi felice e sereno verso la di lei dimora. Giunto ivi l’accompagnavi
galantemente al portone giurandole eterno amore e poi ripartivi verso casa tua
domandandoti senza grande interesse se il suo nome fosse Giulia o Greta.
Si attendono finanziamenti e sponsorizzazioni per il progetto
Erano veramente tempi scomodi
RispondiEliminaEh già! Come mai sul tuo blog non riesco a lasciare commenti?
Eliminasecondo me e' un'idea imprenditoriale ASSULUTA!
RispondiEliminama non pensi che la sbarra possa rovinare un po' l'eccitazione della clandestinita' della cosa?
sarebbe magari carino pensare a qualcosa come un telepass per i clienti abituali...
Mi piace questa idea... anche perchè qua, nel corso degli ultimi 6 anni hanno messo lampioni anche dove non servono, giusto per non lasciare zone d'ombra. E non è bello.. Appoggio l'idea. Se decidessi di avere filiali in giro per l'italia.. tieni presente. In Romagna funzionerebbe alla grande.
RispondiEliminain realtà io spero di non dovermi ridurre mai più a farlo in auto, ma non si sa mai..appoggio il progetto (ma ahimè non posso finanziarlo)
RispondiElimina...il pandoro non ce l'ho, ma in frigo ho una torta fatta con la nutella e i pandistelle ;-)
RispondiEliminaslurp!!! XD
EliminaAlbolo!io non lo so perche'... Riprovaci per favore... Svolte non riesco nemmeno io da te : (. Veglia sempre su di me
RispondiEliminaciao Albolo
RispondiEliminaPer fortuna non tutte le menti che partoriscono idee brillanti e innovative come la tua scappano all'estero.
RispondiEliminaIo sono disoccupata al momento, se il progetto è ancora nell'aria, approvo, mi vendo la casa e finanzio.
Grande Lilly, inventiamo un marchio, mettiamo su un franchising e apriamo in tutta italia! Milioni di giovani e non ci ringrazieranno!!! XD
RispondiEliminaIl rimpianto, comunque, di tempi ahimè passati.
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