Gli abitanti del borgo di Bottarga Soprana non erano soliti
festeggiare il Santo Natale. E non già in quanto anticlericali, atei o comunisti
ma solo perché pigri e burberi (e magari un pelino tirchi). Nel mese di
dicembre le strade acciottolate che faticosamente s’inerpiacavano verso la
Chiesa di Santa Bernarda Martire, fiancheggiate dalle vecchie case grigie e
malconce, non risplendevano di luci colorate e sulle porte di legno, rattristate
dall’umidità e dagli anni, nessuna ghirlanda festosa addolciva l’animo dei
viandanti. In quanto agli alberi, neanche a parlarne! Nessuno si prendeva la
briga di “vestire” abeti o pini di palle lucenti, fiocchi o addobbi sgargianti.
Inutile spreco di tempo… Persino il parroco, nella maestà decadente di Santa
Bernarda, non si dava da fare più di tanto per rendere onore al nascente Bambin
Gesù. In un cantuccio della navata orientale soleva “apparecchiare” un
presepucolo povero e disadorno che a vederlo si stringeva il cuore: un San
Giuseppe di terracotta alto due spanne veniva appoggiato sul nudo pavimento
senza troppi complimenti a fianco di un Bambinello triste, anch’esso in
terracotta, e ad una Vergine Maria marmorea, di dimensioni visibilmente più
grandi, presa in prestito dalla una tomba del cimitero retrostante (Aristarco
Bertellotti 1803-1898 rip), da quando la “titolare” in terracotta era andata in
frantumi, cadendo dall’albero della cuccagna (del quale ornava la sommità) alla
sagra della salamella, nel pieno di un torrido agosto.
Nell’altro versante del monte sorgeva il paesotto di Baruffa
Primiera, “legato” a Bottarga Soprana da atavica rivalità campanilistica. Gli
abitanti di Baruffa, forse per distinguersi dagli odiati vicini, solevano
festeggiare il periodo natalizio con solennità e sfarzo. Le viuzze del paese
risplendevano di addobbi e luci di ogni tipo, nella piazza del Municipio veniva
decorato un abete bianco di dodici metri e le vecchine preparavano e offrivano
a viandanti e forestieri dolci tipici (tra cui la famosa Mappazza di noci che
fece la fortuna di tanti dentisti). Ma i baruffotti, col tempo, vollero
strafare e iniziarono a festeggiare Natale due, tre e persino cinque volte
l’anno! Ci fu anche chi, in campagna elettorale, promise che con lui a capo
della giunta, si sarebbe festeggiato il Santo Natale il 25 di ogni mese!
Gli abitanti di Bottarga, sentendosi derisi, si risentirono
assai; ne nacquero diverse dispute che, come spesso accade tra uomini avveduti,
si risolsero quasi sempre a sassate e che resero necessario l’intervento del Pretore.
Tuttavia, persosi tra cavilli legislativi, conflitti d’interesse, dubbi di
competenza, lungaggini burocratiche, minacce e vendette trasversali…anch’egli
gettò la spugna e fuggì in Messico. Quando tutto pareva volgere verso il caos
più totale, la diplomazia locale riuscì ad imbastire una proposta di accordo:
Baruffa Primiera non avrebbe potuto festeggiare più di due Natali per semestre
ma doveva rinunciare alla celebrazione della Santa Pasqua che rimaneva
esclusiva di Bottarga Soprana (che ne poteva gestire fino ad un massimo di due
all’anno con l’opzione per la terza negli anni bisestili a fronte di adeguata
copertura finanziaria). I baruffotti, tra l’altro, avrebbero dovuto anche
rinunciare congiungersi carnalmente con le donne coniugate di Bottarga e a non
ironizzare sulle virtù di Santa Bernarda. La questione era spinosa e la
proposta di difficile attuazione, anche per i malumori delle donne di Bottarga.
Poi però l’eruzione del vulcano rase al suolo i due paesi e ne uccise tutti gli
abitanti, così la questione non fu più di primaria importanza…
Buon Natale a tutti!
Tutto bene quel che finisce bene! Ci vorrebbero più vulcani.... Magari da viaggio! Si potrebbero portare in borsa... Magari al lavoro.... Santo Natale !
RispondiEliminae nemmeno di secondaria
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