tratto dal profilo di albolo.splinder.com
Albolo nasce nell’ultimo quarto del secolo scorso ma non va in giro a vantarsene. Da piccolo, coerente con i suoi principi di libertà, rifiuta sdegnosamente la reclusione presso il locale asilo infantile. Da più volte prova di insofferenza e antipatia verso le persone che tendono a trattarlo come un bambino, procurando un sentimento di odio diffuso nei suoi confronti; tale situazione però non lo sconvolge ed egli, seguendo il detto biblico “molti nemici, molto onore”, reagisce con una scontrosità e un egocentrismo di cui va sensibilmente fiero. Succede però una disgrazia: egli schiaccia inavvertitamente con un piede il pulcino che gli era stato regalato in occasione di una recente festività cittadina, riducendolo a sottiletta sanguinolenta. Questo avvenimento lo segnerà molto e sarà alla base di ogni suo successivo disturbo psichico. Frequenta con entusiasmo ma senza troppa convinzione le scuole elementari, le medie e le superiori, cercando sempre di ottenere il minimo risultato accettabile con il minimo sforzo possibile. Ama la scuola perché sostanzialmente si diverte, soprattutto al liceo, dove costruisce un traforo nel muro che separa la sua aula da quella adiacente, straripante di ragazzine dal bell’aspetto. Lasciare la scuola è un trauma che lo porta a vivere gli anni universitari nel perenne stato confusionale di chi cerca di rincorrere qualcosa che oramai non può più raggiungere. E’ da qui che ha origine la sua passione non celata nei confronti delle ragazze giovani, molto giovani e pericolosamente giovani. La facoltà universitaria viene scelta con il sistema infallibile dell’estrazione a sorte e Albolo ne paga le conseguenze nelle numerose peripezie, spostamenti e lungaggini studentesche di questi anni. Sul nascere del nuovo millennio si dedica per ben due settimane alla vita militare, della quale non è entusiasta, preferendo di gran lunga la permanenza negli “esuberi” fino al definitivo congedo. Nel maggio del 2003 finalmente si laurea in S.d.M., palesando in tal modo il fallimento del sistema universitario italiano. La sua massima aspirazione è quella di lavorare nell’arsenale militare cittadino ma i tempi sono impietosi e si ritrova come per incanto in terra straniera, ad Altopascio (“Al-Topa-Show”), ridente cittadina toscana, che poi cosa abbia tanto da ridere ancora non è stato dai più compreso...
Dopo un rocambolesco trasloco aziendale seguito da fallimento, Albolo si dedica con profitto a percepire il contributo INPS per interi mesi otto. Nel luglio 2009 viene “obbligato” ad una nuova esperienza lavorativa che gli frutta qualche stipendio e l’antipatia di segretari comunali ed ex partigiani. A furor di popolo viene trasferito nella più vasta realtà di L., dove incontra nuovi affezionati colleghi, pronti ad assecondarlo nella speranza che il pacco venga rispedito presto al mittente. Ciò però non avviene e i colleghi devono farsene una ragione. Qualcuno dice che ogni tanto scriva minchiate su un blog ma ciò non corrisponde a verità. Per il resto si vedrà…
Ci si rivede anche qui!
RispondiEliminaIn bocca al lupo per il nuovo blog.